33.8.2 All. Linarion purpureae Brullo 1984

Sinonimi

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Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Senecioni-Ptilostemetum nivei Brullo & Marcenò in Brullo 1984


Comunità glareicola che colonizza i brecciai derivanti dalla disgregazione di rocce dolomitiche, caratterizzata dalla dominanza di Senecio candidus, endemico delle Madonie, e Ptilostemon niveus.

Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità pioniere di brecciai calcarei o dolomitici, piroclastici vulcanici, che si sviluppano, nelle stazioni montane, raramente in quelle del piano basale, in Italia meridionale e in Sicilia.

Definizione e descrizione inglese

Pioneer communities that grow on calcareous, dolomite or pyroclastic screes in the montane belt and, more rarely, in the basal belt, in southern Italy and Sicily.

Ecologia

Cenosi pioniere a carattere orofilo, legate a substrati incoerenti di natura calcarea, dolomitica, scistosa o piroclastica. Occupano prevalentemente i piani bioclimatici da mesomediterraneo a supramediterraneo, insediandosi soprattutto tra i 1000 e i 1600 metri, scendendo però fino a 200 metri sulle piroclastiti e sulle scorie laviche dell’Etna.

Distribuzione

L’alleanza è endemica dell’Italia meridionale e della Sicilia (Vesuvio, Pollino, Aspromonte, Etna, Madonie, M.ti Sicani).

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Si tratta di comunità pioniere a copertura discontinua, floristicamente piuttosto povere. Costituite principalmente da emicriptofite e camefite che possiedono adattamenti e strategie specifiche che gli permettono di insediarsi sul detrito mobile (glareofite). Queste comunità sono, in genere, costituite da un numero limitato di taxa, fra cui diverse entità endemiche come Linaria purpurea, Rumex scutatus subsp. glaucescens, Ptilostemon niveus, Hesperis cupaniana, Senecio ambiguus, S. glaber, S. ambiguus subsp. nebrodensis, Scutellaria rubicunda, Artemisia campestris subsp. variabilis, Cardamine glauca.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le cenosi del Linarion purpueae sono comunità pioniere che, in genere, costituiscono uno stadio durevole. Occupano le stazioni caratterizzate dalla presenza di detrito mobile nell’ambito dei versanti acclivi, di natura carbonatica o vulcanica, principalmente del piano montano (fra i 1000 e i 1700 metri). Sono segnalate nell’ambito di:


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Le comunità del Linarion purpureae sono riferite all'habitat di Direttiva:
  • 8130 Ghiaioni del Mediterraneo occidentale e termofili

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di queste comunità è complessivamente buono vista la loro diffusione e i particolari contesti in cui si sviluppano, difficilmente colonizzabili da altre formazioni e molto peculiari e selettivi, tali da determinare la presenza di diversi endemiti.

In termini gestionali è opportuno mantenere i fenomeni naturali di disturbo e le morfologie derivate da essi.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
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Bibliografia

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    Biondi E., Burrascano S., Casavecchia S., Copiz R., Del Vico E., Galdenzi D., Gigante D., Lasen C., Spampinato G., Venanzoni R., Zivkovic L. & Blasi C., 2012. Diagnosis and syntaxonomic interpretation of Annex I Habitats (Dir. 92/43/ EEC) in Italy at the alliance level. Plant Sociology, 49(1): 5-37.

    Blasi C. (a cura di), 2010 – La Vegetazione d’Italia. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

    Blasi C. (ed.), 2010 – La vegetazione d’Italia, Carta delle Serie di Vegetazione, scala 1:500 000. Palombi & Partner S.r.l. Roma.

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    Furnari F., Scelsi F. 1993 -- Osservazioni su alcuni aspetti di vegetazione naturale del versante meridionale dell'Etna. Boll. Acc. Gioenia Sci. Nat. Catania 26(341): 5-17.