51.3.1 All. Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello ex Biondi & Galdenzi 2012

Sinonimi

[Cytiso-Bromion erecti Bonin 1978 p.p. nom. inval. (art. 1), Cytiso-Bromion caprini Barbero & Bonin 1969 p.p. nom. inval. (art. 3), Crepido lacerae-Phleion ambigui Biondi & Blasi 1982 nom. inval. (art. 3, 5), Phleo ambigui-Bromion erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995 nom. inval. (art. 2, 5, 17), Seslerio nitidae-Caricion macrolepidis Ubaldi 1997 (syntax. syn.), Botriochloo ischaemoni-Bromion erecti Ubaldi 1997 p.p. (syntax. syn.), Siderition italicae Ubaldi 2011 (syntax. syn.), Knautio calycinae-Bromion caprini Ubaldi 2011 (syntax. syn.)]

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Asperulo purpureae-Brometum erecti Biondi & Ballelli ex Di Pietro 2011


Definizione e descrizione (declaratoria)

Praterie secondarie, xerofile e semi-mesofile, presenti nelle regioni bioclimatiche Mediterranea e Temperata (spesso anche nella variante sub-mediterranea), nei piani bioclimatici a termotipo supramediterraneo o a termotipo da supratemperato superiore a mesotemperato (con optimum nel mesotemperato) dell'Appennino calcareo.

Definizione e descrizione inglese

Xerophilous and semi-mesophilous secondary grasslands that occur in the in the calcareous Apennines, in the Mediterranean and Temperate bioclimatic regions (often even in the sub-Mediterranean variant), in the supra-Mediterranean or in the upper supratemperate to the mesotemperate thermotypes (with optimum in the mesotemperate).

Ecologia

Vegetazione da xerofila a meso-xerofila di praterie secondarie, prevalentemente costituite da specie perenni, costituita da emicriptofite e camefite, particolarmente presenti nelle formazioni più aridofile che segnano la transizione verso le garighe della classe Rosmarinetea. Predilige i substrati calcarei e calcareo marnosi.

Distribuzione

Le praterie riferite a questa alleanza hanno un’area di distribuzione che comprende parte dell’Appennino settentrionale, ad eccezione delle aree più occidentali (Liguria e parte della Toscana settentrionale) e delle zone più elevate, superiori mediamente ai 600-700 m di quota. Più estesa è la sua presenza nell’Appennino centrale e in parte di quello meridionale fino alla Basilicata.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

La sua struttura e le caratteristiche ecologiche che la determinano sono collegate alla morfologia dei versanti: nelle condizioni di minore pendenza prevalgono le formazioni chiuse e compatte con copertura del 100% mentre in quelle più acclivi il pascolo è aperto e segnato da un notevole incremento della presenza delle camefite, nelle radure dello stesso si sviluppano pratelli a dominanza di terofite che dando origine a formazioni miste di mosaico vegetazionale.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le praterie dell’alleanza Phleo ambigui- Bromion erecti sono habitat tipicamente secondari, il cui mantenimento è subordinato alle attività di sfalcio o di pascolamento del bestiame, garantite dalla persistenza delle tradizionali attività agro-pastorali. In assenza di tale sistema di gestione, i naturali processi dinamici della vegetazione favoriscono l’insediamento nelle praterie di specie di orlo ed arbustive.

Dal punto di vista del paesaggio vegetale, i brometi sono tipicamente inseriti nel contesto delle formazioni forestali caducifoglie collinari e montane a dominanza di Fagus sylvatica, di Ostrya carpinifolia, di Quercus pubescens, di Quercus cerris.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Le comunità del Phleo ambigui- Bromion erecti sono riferite agli habitat di Direttiva 6210 e 62A0. Alcune cenosi descrivono, invece, aspetti dell’habitat 4090.

  • 6210(*) Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)
  • 62A0 Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale (Scorzoneratalia villosae)
  • 4090 Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione è generalmente discreto, con un’ampia casistica di situazioni meglio rappresentative ed altre chiaramente degradate per effetto di carichi di pascolo eccessivi.

In termini gestionali si ritiene opportuno conservare e monitorare i popolamenti al fine di approfondire le conoscenze sulla loro dinamica successionale a scala locale. Contestualmente potrebbe essere utile in alcuni ambiti favorire il recupero di isole di naturalità coerenti con le potenzialità locali nei contesti eccessivamente trasformati e poveri di comunità legnose.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XXXXX?XXX

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