27.1.1 All. Spartinion anglicae Géhu in Bardat, Bioret, Botineau, Boullet, Delpech, Géhu, Haury, Lacoste, Rameau, Royer, Roux & Touffet 2004

Sinonimi

[Spartinion maritimae (Conard 1935) Beeftink, Géhu, Ohba & Tüxen in Befftink & Géhu 1973 nom. illeg. (art. 29) p.p., Pseud.: Spartinion maritimae sensu Géhu 1998 non (Conard 1935) Beeftink, Géhu, Ohba &Tüxen in Befftink & Géhu 1973 nom. illeg. (art. 29), Non: Spartinion glabrae Conard 1935] 

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Spartinetum anglicae Corillion 1953 corr. Géhu & Géhu-Franck


Comunità alofila perenne dominata da Spartina anglica, da altre specie alloctone del genere Spartina e dalla nativa S. maritima, che si sviluppa nelle coste lagunari atlantiche.

Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità alofile, pioniere, europee prevalentemente atlantiche, a Spartina anglica ed altre specie esotiche e invasive dello stesso genere, mentre nel Maditerraneo, nel Nord-Adratico italiano, domina Spartina maritima, che colonizza le depressioni costiere direttamente influenzate dall’ampiezza del regime delle maree.

Definizione e descrizione inglese

Halophilous pioneer European communities dominated by Spartina maritima that include invasive, non-native species of the same genus and colonize the coastal depressions directly affected by the width of the tidal regime.

Ecologia

Vegetazione pioniera perenne dominata da specie del genere Spartina di ambienti fangosi e limosi costieri, salati o salmastri, lungamente inondati e ricchi di sostanza organica.

Distribuzione

L’alleanza si distribuisce lungo le coste atlantiche d’Europa. In Italia è presente solo su argille e formazioni sabbioso-limose del nord-Adriatico. Le comunità di questa alleanza vivono in aree depresse del settore costiero, continuamente inondate e ricche di sostanza organica, sottoposte all’ampiezza del regime delle maree. Le comunità nord-Adriatiche sono le uniche presenti nel Bacino del Mediterraneo, costituendo una disgiunzione dell’areale delle comunità particolarmente importante in termini biogeografici.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Si tratta di cenosi atlantiche fisionomicamente caratterizzate dalla dominanza di Spartina anglica alla quale si associano, in contesti diversi, altre specie esotiche del genere Spartina e, talora, la rara S. maritimaNel Mediterraneo, nel nord-Adriatico italiano prevale invece S. maritima, pianta erbacea perenne, rizomatosa che raggiunge una altezza di circa 70-80 cm, che in virtù dell'efficiente apparato ipogeo contribuisce a consolidare i fanghi salmastri. Talora si possono incontrare anche formazioni con analoga struttura, dominate dall’ibrido Spartina x townsendii, ibrido tra Spartina alterniflora nord-americana orientale e Spartina maritima.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

La vegetazione inquadrata nell’alleanza è in contatto catenale con la biocenosi delle sabbie fangose con cui vi sono forti affinità, con i salicornieti terofitici della classe Thero-Salicornietea, con le praterie perenni della classe Sarcocornietea fruticosi e occasionalmente con le praterie salmastre dell’ordine Juncetalia maritimi.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Molte comunità sono riferite agli habitat:

  • 1320 Prati di Spartina (Spartinion maritimae)
  • 1130 Estuari

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione è piuttosto modesto per ragione del fatto che la distribuzione delle comunità in oggetto è molto limitata geograficamente in Italia e interessa ambiti spesso disturbati, in particolare da attività antropiche (bonifiche, regimazioni idrauliche, variazioni di uso del suolo, inquinamento, ecc.). Il carattere pioniero delle specie dominanti e il loro adattamento a moderati livelli di nitrofilia rende tali comunità comunque piuttosto resilienti.

Sullo stato di conservazione della rarissima vegetazione a Spartina maritima del nord Adriatico è bene riportare quanto scritto in Lazzari et al.(2009) al fine di comprendere la drammaticità di cosa sta avvenendo:

“I popolamenti di Spartina maritima,un tempo diffusi a Foce Bevano e nella Sacca di Bellocchio, oggi si presentano drasticamente rarefatti, e questa pianta appare estremamente sofferente anche all’interno degli ultimi nuclei rimasti. Sulle cause del declino degli spartineti non sono stati compiuti ancora studi specici, e non è dato sapere se si tratti di un normale avvicendamento accelerato da variazioni nel livello idrico dovuto alla subsidenza, o piuttosto ad alterazioni del substrato (anossia, accumulo di sostanze tossiche quali idrogeno solforato, o altro) che abbiano in poco tempo messo in crisi questa pianta, come alcuni ricercatori hanno messo già in evidenza per altre graminacee. Del resto il Salicornietum venetae ha letteralmente soppiantato gran parte dei prati di Spartina maritima nella Sacca di Bellocchio. È auspicabile che su questo rapido declino vengano avviate speciche ricerche, viste anche la rarità di questa graminacea sui nostri litorali e la sua grande valenza togeograca”.

In termini gestionali è necessario monitorare costantemente lo stato delle comunità e contrastare le attività che ne possano compromettere la conservazione. In particolare occorre mantenere le caratteristiche idrografiche dei contesti in cui le comunità si sviluppano. Una particolare attenzione va rivolta all'invasione delle specie aliene del genere Spartina.

NB: Spartina anglica è un ibrido tra S. maritima (nativa dell’Europa) e l’invasiva S. alternifolia proveniente dalle coste degli Stati Uniti, forse in Italia presente nella Laguna di Venezia (Scotton et al., 2003). 

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena

Bibliografia

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