64.1.1 All. Berberidion vulgaris Br.-Bl. 1950

Sinonimi

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Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)


Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità di arbusti calcicoli, xerofili o mesofili, a prevalente distribuzione subatlantica e supramediterranea.

Definizione e descrizione inglese

Calcicolous, xerophilous or mesophilous shrub communities distributed prevalently in sub-Atlantic and supra-Mediterranean areas.

Ecologia

L’alleanza si sviluppa dalpiano collinare inferiore al piano altimontano, su substrati calcarei,calcareo-dolomitici, rendziniformi, flyschoidi, argilloso-sabbiosi emarnoso-arenacei, su terre rosse brunificate, stazioni rupestri, clastiti.

Distribuzione

In Italia il Berberidion vulgaris si sviluppa dall’Appennino meridionale all’alto Carso, Istria montana e Prealpi friulane.

Al di fuori dell’Italia il Berberidion vulgaris si sviluppa nell’Europa centrale ed occidentale.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Il Berberidion vulgaris include diversi tipi di comunità arbustive. Rientrano in questa alleanza sia cespuglieti che mantelli di vegetazione. Per quanto riguarda la composizione floristica questa alleanza raggruppa aspetti caratterizzati da differenti contingenti di specie. Uno di questi è differenziato, rispetto alle cenosi dell’Europa centrale, dall’ingressione di specie dell’ordine Prunetalia, come Rhamnus catharticus e Berberis vulgaris. Un secondo aspetto è caratterizzato dalla presenza di elementi montani mesofili quali Populus tremula, Betula pendula, Rubus idaeus e Rosa glauca.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le comunità del Berberidion vulgaris si sviluppano dagli ambiti collinari a quelli montani ed altimontani. Queste comunità possono formare cespuglieti isolati, colonizzando pascoli e garighe montane, oltre a costituire mantelli solitamente frammentari. Si tratta per lo più di arbusteti secondari che, in particolari condizioni geomorfologiche, possono assumere il ruolo di popolamenti a carattere primario, come ad esempio in corrispondenza di cenge ed affioramenti rocciosi, su versanti acclivi, e in prossimità di ghiaioni, falde di detrito e conoidi al pedemonte dei rilievi.

Questa alleanza include cenosi di sostituzione relative a diverse serie di vegetazione.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Alcune comunità possono essere riferite ai seguenti habitat:

  • 4060 Lande alpine e boreali
  • 5110 Formazioni stabili xerotermofile a Buxus sempervirens sui pendii rocciosi (Berberidion p.p.)
  • 5130 Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
  • 2250* Dune costiere con Juniperus spp.

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di queste comunità è complessivamente discreto vista la loro variabilità e diffusione. Si rilevano comunque diverse pressioni che insistono su di esse (pascolo, selvicoltura, ecc.). Si tratta spesso di nuclei limitati o di formazioni lineari che non sono in contatto fisico con le formazioni forestali dinamicamente collegate, per cui perdono quella importante funzione di mantello.

In termini gestionali è necessario assecondare la diffusione di queste cenosi e la loro dinamica successionale, evitando però la chiusura di tutte le zone aperte seminaturali presenti nei loro ambiti di pertinenza.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XXXXXXXXXXXX

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