1.1.2 All. Charion vulgaris (Krause ex Krause & Lang 1977) Krause 1981

Sinonimi

[Thero-Charion asperae Krause 1969 nom. inval. (art. 2d, 3e), Charenion vulgaris Krause 1969]

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)


Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità terofitiche ed effimere di acque temporanee, poco profonde ed alcaline, da mesotrofiche a leggermente eutrofiche.

Definizione e descrizione inglese

Therophytic and ephemeral communities of temporary, shallow and alkaline, mesotrophic to slightly eutrophic waters.

Ecologia

Comunità terofitiche ed effimere di ambienti acquatici temporanei, che si possono formare in ambiente perifluviale e perilacuale. In questi ambienti caratterizzati da acque poco profonde ed alcaline, da mesotrofiche a leggermente eutrofiche le Characeae crescono in comunità dense e pauscispecifiche condizionando la chimica delle acque che alla fine della stagione vegetativa può risultare ultraoligotrofa.

Distribuzione

Per il loro carattere azonale le comunità di questa alleanza sono segnalate su tutto il territorio italiano ed europeo. Tuttavia la reale distribuzione è fortemente influenzata dall’antropizzazione che condiziona, ostacolandola, la formazione degli ambienti umidi effimeri.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Negli ambienti effimeri di acque basse le praterie monospecifiche sono spesso dominate da Chara vulgaris.

Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le comunità del Charion vulgaris colonizzano prevalentemente le aree umide parilacuali e periripariali e sono considerate associazioni tipiche di tappa matura.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

  • 3140 Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di tali comunità è mediocre. Le cenosi di queste comunità sono moderatamente minacciate. Sebbene legate ad ambienti acquatici effimeri, minacciati in Italia, le specie tipiche dell'alleanza non sono rare.

In termini gestionali è necessario evitare la bonifica delle zone umide ancora ben conservate e promuovere il recupero di quelle compromesse.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena

Bibliografia

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