48.1.3 All. Juniperion nanae Br.-Bl. in Br.-Bl., Sissingh & Vlieger 1939

Sinonimi

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Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Junipero alpinae-Arctostaphyletum uvae-ursi Br.-Bl. ex Haffter in Br.-Bl., Sissingh & Vlieger 1939.


Definizione e descrizione (declaratoria)

Vegetazione euro siberiana, subalpina, costituita da arbusti prostrati, che si sviluppa su versanti soleggiati, solitamente dominata da Juniperus communis subsp. alpina.

Definizione e descrizione inglese

Subalpine, prostrate, shrub communities, typically dominated by Juniperus communis subsp. alpina, that grow on sunny slopes in Eurosiberian biogeographic region.

Ecologia

Comunità subalpine arbustive, xerofile ed eliofile,dominate da Juniperus communis subsp. alpina, sui versanti soleggiati.Legate a suoli con scarsa ritenzione idrica, tipicamente inesposizioni meridionali e su creste ventose, in zone debolmente innevate. L’alleanza comprende anche gli arbusteti di pino mugoriferibili all’associazione Arctostaphylo-Pinetum mugi che colonizzanosuoli ricchi di clasti e fortemente drenanti.

Distribuzione

Vegetazione eurosiberiana che in Italia si rinviene sulle Alpi e sull’Appennino settentrionale mentre in quello centrale e meridionale è vicariata dal Daphno oleoidis- Juniperion alpine della classe Junipero sabinae-Pinetea sylvestris.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Comunità arbustive dominate fisionomicamente da Juniperus communis ssp. alpina.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le formazioni del Juniperion nanae costituiscono la fascia climacica nel piano subalpino sui versanti assolati, pertanto, in assenza di perturbazioni, sono destinate a non subire modificazioni. Sono formazioni pioniere favorite dalla persistenza di fattori limitanti (crinali ventosi, versanti ripidi, aridità, ecc.). Spesso appaiono come stadi di incespugliamento delle praterie del Festucion variae, con cui instaurano rapporti dinamici e con cui condividono mole specie erbacee. L’intervallo di tempo necessario per il recupero delle praterie di sostituzione, una volta abbandonate dal pascolo è probabilmente piuttosto lungo in quanto le graminacee che dominano queste associazioni prative, fortemente competitive e dotate di robusti apparati radicali, rendono difficile l’insediamento delle comunità legnose.

Si collocano al limite inferiore della vegetazione erbacea primaria d'altitudine, con cui sono in contatto catenale. A seconda dell’aspetto considerato e delle particolari condizioni stazionali, possono formarsi complessi mosaici o contatti catenali con praterie (curvuleti, festuceti, cariceti, nardeti), saliceti nani delle vallette nivali, rupi casmofitiche, formazioni glareicole, mughete, alneti di ontano verde, peccete, lariceti e cembrete.

Le pinete di pino montano uncinato (Pinus mugo ssp. uncinata) sono formazioni relativamente stabili e lungamente durevoli su suoli che stentano ad evolvere a causa dell’acclività, della presenza di nicchie erosive e per fenomeni che ostacolano la formazione di sacche profonde. Dove quest’ultime, per effetto della morfologia, sono possibili, il larice, ma soprattutto Picea e Pinus cembra, si affermano vigorosamente, ma senza sostituire completamente il pino. I boschi puri di pino uncinato sono, di regola, impostati su terreni più superficiali e primitivi di quelli misti.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

  • 4060 Lande alpine e boreali

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione attuale è determinato dal fatto che tali arbusteti in passato sono stati fortemente contratti per favorire il pascolo, originando praterie che, una volta abbandonate, sono state ricolonizzate spontaneamente, seppure con velocità variabile. Attualmente queste comunità sono ampiamente diffuse portando alla scomparsa di numerose praterie, fenomeno che riduce la locale diversità floristica e faunistica.

In termini gestionali è quindi necessario valutare adeguatamente dove assecondare la dinamica successionale e la diffusione degli arbusteti (che in diversi contesti si trasformeranno successivamente in foreste) e dove, viceversa, mantenere le praterie e i mosaici di vegetazione a differente maturità.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XX?

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