74.1.4 All. Seslerio caeruleae-Pinion uncinatae Vigo 1974

Sinonimi

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Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Pulsatillo fontqueri-Pinetum uncinatae Vigo 1974 corr. Carreras, Carrillo, X. Font, Ninot, I. Soriano & Vigo 1995


Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità a Pinus mugo subsp. uncinata che si sviluppano nei piani bioclimatici a termotipo orotemperato, su substrati sia silicei sia calcarei, nei Pirenei e in Appennino settentrionale.

Definizione e descrizione inglese

Pinus mugo subsp. uncinata communities that grow in the orotemperate thermotype, on both siliceous and calcareous substrates of the Pyrenees and northern Apennines.

Ecologia

Alleanza che raggruppa i boschi di Pinus mugo subsp. uncinata del piano orotemperato, di substrati sia silicei che calcarei ma, in questo ultimo caso, decarbonatati per effetto delle elevate precipitazioni e della fusione della neve accumulata. Sono formazioni forestali o preforestali localizzate al limite altitudinale superiore della vegetazione forestale.

Distribuzione

Alleanza pirenaica e appenninica settentrionale. In Italia questa alleanza (così come tutta la classe Vaccinio-Piceetea) ha il suo limite di distribuzione meridionale nella zona di confine tra l'Appennino Ligure e quello Emiliano.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Sono formazioni forestali o preforestali aperte, dominate da Pinus mugo subsp. uncinata al limite altitudinale superiore della vegetazione forestale.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Al pari di altre pinete (di pino silvestre, di pino mugo, di pino nero, ecc.), anche quelle di pino montano uncinato non possono essere considerate espressioni climatozonali, per quanto relativamente stabili e lungamente durevoli su suoli che stentano ad evolvere a causa dell’acclività, della presenza di nicchie erosive e per fenomeni che ostacolano la formazione di sacche profonde. Dove quest’ultime, per effetto della morfologia, sono possibili, il larice, ma soprattutto Picea e Pinus cembra, si affermano vigorosamente, ma senza sostituire completamente il pino. I boschi puri di pino uncinato sono, di regola, impostati su terreni più superficiali e primitivi di quelli misti. Trattandosi di boschi aperti, i contatti catenali interessano formazioni erbacee di prateria subalpina, adiacenti (sia basifile che calcifughe, secondo la natura del substrato), stadi arbustivi di varia composizione (Juniperion nanae, Rhododendretum ferruginei, ed anche mughete), prati arido-steppici nella fascia montana e, secondo la localizzazione, cenosi ancora più pioniere delle rocce e dei detriti di falda. Scendendo di quota si ha il contatto con la faggeta. I contatti seriali si instaurano con le comunità arbustive del Rhododendro-Vaccinion e con le praterie del Nardion strictae.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Le comunità del Seslerio coeruleae-Pinion uncinatae sono riferite all' habitat di Direttiva:

  • 9430(*) Foreste montane ed subalpine di Pinus uncinata (* su substrato gessoso o calcareo)

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione è mediamente buono, anche se la superficie interessata da queste comunità non è molto estesa, in particolare nell’Appennino settentrionale.

In termini gestionali è opportuno conservare queste formazioni e assecondare la loro diffusione in aree non più pascolate o gestite dall’uomo, evitando però la chiusura di tutte le zone aperte presenti nella loro fascia di pertinenza.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
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Bibliografia

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