39b.2.2 All. Taeniathero-Aegilopion geniculatae Rivas-Martínez & Izco 1977

Sinonimi

[Aegilopion Rivas Goday & Rivas-Martínez 1963 (art. 3b)]

Riferimento del Tipo (holotypus e diagnosi)

Trifolio  cherleri-Taenianthero  capitis-medusae Rivas-Martínez & Izco 1977


Definizione e descrizione (declaratoria)

Comunità annuali, nitrofile e subnitrofile, indifferenti alla natura del substrato, che si sviluppano nei campi abbandonati e lungo i sentieri.

Definizione e descrizione inglese

Annual nitrophilous and subnitrophilous communities that grow, regardless of the chemical nature of the substratum, in abandoned fields and along path edges.

Ecologia

L’alleanza si sviluppa ampiamente in tutta la Regione mediterranea e il suo optimum coincide con i piani fitoclimatici supra- e mesomediterraneo. Queste comunità sono principalmente legate a climi mediterranei caratterizzati da estati secche e caratteristiche di continentalità, sebbene si possano trovare anche in habitat costieri. L’alleanza è indifferente alla natura del substrato.

Distribuzione

Il Taenianthero-Aegilopion geniculatae è stato riconosciuto in Italia centrale nel territorio del Parco Naturale della Maremma, nei dintorni delle sorgenti del Fiume Pescara, in Umbria e nel Lazio.

In Europa le comunità del Taenianthero-Aegilopion geniculatae sono presenti nella Penisola iberica e nella Francia mediterranea.

Struttura della vegetazione e composizione floristica

Il Taenianthero-Aegilopion geniculatae include comunità annuali costituite da specie generalmente di piccola taglia e dominate da graminacee.

¹ la specie è indicata nel lavoro originale ma non è presente in Italia.


Contesto paesaggistico e sinsistema di riferimento

Le comunità del Taenianthero-Aegilopion geniculatae si sviluppano prevalentemente nei campi abbandonati e lungo i sentieri, sebbene a volte possano formare pascoli su versanti.

Questa alleanza include cenosi di sostituzione che si possono trovare nella maggior parte delle serie di vegetazione che si sviluppano in ambiti a clima mediterraneo e submediterraneo.


Habitat di riferimento (sensu Direttiva Habitat e classificazione EUNIS)

Nessuno.

Livello di conservazione e gestione

Il livello di conservazione di queste cenosi è fortemente variabile visti i contesti in cui si sviluppano. Sono infatti adattate a continui disturbi e rimaneggiamenti dei suoli, per effetto delle operazioni agricole, del calpestìo, ecc. Non sempre tollerano però i disturbi determinati dalle attività agricole più intensive (fertilizzazioni di sintesi, diffusione di erbicidi), per cui nei contesti in cui l’agricoltura non è più di tipo tradizionale si assiste alla scomparsa di tali comunità.

In termini gestionali può essere vantaggioso utilizzare queste comunità come bioindicatori delle attività agronomiche. Sarebbe opportuno favorire il mantenimento della loro presenza anche in limitate superfici delle aree ad agricoltura industriale, vista la ricchezza di specie che le contraddistingue, alle quali è legata un’altrettanta ricchezza di altri organismi (in particolare insetti). La loro presenza ha anche un rilevante valore paesaggistico, in virtù della diversificata fenologia delle specie che le caratterizzano.

Presenza nei parchi nazionali

Gran Paradiso
Val Grande
Stelvio - Stilfserjoch
Dolomiti Bellunesi
Cinque Terre
Appennino Tosco-Emiliano
Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna
Arcipelago Toscano
Monti Sibillini
Gran Sasso e Monti della Laga
Majella
Abruzzo, Lazio e Molise
Circeo
Gargano
Vesuvio
Alta Murgia
Cilento, Vallo di Diano e Alburni
Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Pollino
Sila
Aspromonte
Gennargentu
Asinara
Arcipelago di La Maddalena
XX

Bibliografia

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